Le origini del Cosenza Calcio risalgono al lontano 1914, anno in cui la squadra silana cominciò a calcare i campi di calcio sotto il nome di “Società Sportiva Fortitudo”.
Allora si giocava su uno spiazzo in pendenza della vecchia Piazza d’Armi. E proprio su quel verde pendìo il 23 febbraio 1914 si disputò la prima gara ufficiale di calcio, tra il Cosenza (denominato Fortitudo) ed il Catanzaro. Le squadre scesero in campo nelle seguenti formazioni:
Cosenza : Cesario, Candelise, Muto, Laudonio, Raimondi, De Raho I, Campana, Pugliese, Storti, Naccarati, De Raho II.
Catanzaro: Ventura, Arccieri, Meranda, Zappia, Cilento, Sabbia, Piacenza, Proto, Parisi, Paoletti, Le Pera.
Arbitro: Alberto Bedarita.
Risultato: 1 – 1
Da li a qualche anno, il nome del sodalizio rossoblu cominciò a subire una serie di trasformazioni diventando dapprima “Dopolavoro FFSS Cosenza” e quindi, intorno agli anni venti “Calcio Cosenza”.
L’attività della formazione cosentina era allora limitata alle sole partite amichevoli, a qualche torneo regionale, che i “lupi” assolvevano con grande impegno ed anche con ottimi risultati, a qualche gara con rappresentative militari, che in quel tempo erano abbastanza organizzate. Inoltre, nel lontano 1929-30, iniziarono i primi derbies con i cugini della Reggina.
Nel 1930, sotto la Presidenza onoraria dell’Avvocato Tommaso Arnone, la ragione sociale cambiò ancora in “Cosenza Sport Club”. Fu sotto quel nome che la squadra cominciò a disputare i primi veri campionati. Si succedettero ben presto alla presidenza l’Avvocato Corigliano ed il Barone Campagna (due tra i maggiori artefici della costituzione del nuovo Cosenza) e fu in quel periodo che la squadra partecipò al campionato di IIª divisione e quindi a quello di Iª (pari alla C attuale), nell’anteguerra.
Nella stagione 1930-31, il Cosenza fu ammesso al Campionato di Prima Divisione. Vi partecipavano 12 squadre, tra cui il Savoia di Torre Annunziata, il Catania, il Messina e la Salernitana. Il Cosenza schierò una formazione prettamente locale, sebbene rinforzata dall’innesto del centromediano Luigi Cava, proveniente da Genova. Il risultato fu onorevole, ma non tale da appagare le crescenti aspirazioni dei sempre più numerosi tifosi.
L’anno successivo, il Presidente avv. Tommaso Corigliano allestì una formazione di primo piano, ingaggiando giocatori provenienti dal nord ed affidando la guida tecnica al romano Angelo Benincasa. La squadrà esordì con un clamoroso 7-2 ai danni del Molfetta ed i cosentini gioirono delle prodezze dei vari Forotti, Staccione, Masi, Gallina, Perazzi, Briano e Vaj.
Il 28 ottobre 1931, con una gara amichevole (vinta per 2-1) contro una “mista” del Napoli fu inaugurato il Campo Sportivo “Città di Cosenza” che, dopo vari anni, assunse il nome di “Emilio Morrone”, un giovane cosentino caduto, per un incidente di gioco, durante una gara.
Nel 1932-33, sotto la guida di Balacics, la squadra rafforzata con Fenili, Pampaloni, De Martino, Mortarotti e Fiammengo, disputò un brillante campionato conquistando il terzo posto.
Dopo una stagione interlocutoria, nel 1935-36 il Cosenza fu ammesso alla disputa del torneo di Divisione Nazionale C, girone D, di nuova istituzione, insieme a Cagliari, Piombino, Pescara, Perugia, Salernitana, Catanzaro, ed altre.
Allenatore fu il carpigiano Afro De Pietri, già centromediano del Modena. La formazione base comprendeva, tra gli altri, Silingardi, Nicolini, Bonometti, De Martino, Poli, Fonovich, Ottavi, Massimilla, Guerini, Bradaschia, Gay e Bergonzino. La squadra non rese secondo le aspettative, ma ebbero modo di formarsi due giovanissimi – Silingardi e Bergonzino – che, dopo qualche tempo, furono lanciati in serie A.
Negli anni successivi la squadra fu ulteriormente potenziata, schierando un attacco mitraglia: Bertozzi, Frione I, Lodi, Corsanini e Bergonzino. In quegli anni, appena sedicenne, debuttò in prima squadra il mediano Francesco Del Morgine, un’autentica bandiera rossoblù.
Ma una crisi finanziaria fece crollare le speranze, il presidente ing. Battista Santoro si dimise ed il rag. Giuseppe Carci, allora segretario, divenne il factotum della Società, sempre alla ricerca di improbabili mecenati e costantemente assillato dai crediti vantati da giocatori e fornitori. Tuttavia, la bandiera rossoblù non venne mai ammainata e questo è certo titolo di grande merito per Giuseppe Carci, che seppe trarsi d’impaccio nelle situazioni più difficili, assicurando la sopravvivenza al sodalizio silano. A partire dalla stagione 1937-38 vi fu l’avvento del presidente, barone Carlo Campagna e dei tecnici stranieri Chrappan, Vanicksek e Hansel.
E’ il periodo in cui si misero in mostra numerosi giovani cosentini: ai vari Mollo, Pellicore, Feraco, Massimilla, Gualtieri, Zuccaro, Gisberti e Del Morgine, già lanciati, seguirono Mari, Lorenzon, Pulci, Trombino, Pucci, La Viola, Maggi, Leonetti, Alò e Bruno, a conferma della capacità dei giovani calabresi di riuscire nello sport calcistico, senza dimenticare Pavesi, i fratelli Rizzo, Guarino, Biase, Trocini ed altri che seguirono.
Nel 1942-43 la guerra era imminente e la squadra, rafforzata da molti militari (si ricordano il terzino Beolchi, la mezzala Collimedaglia, il portiere Galliani), raggiunse il terzo posto e, nel girone di ritorno, non conobbe alcuna sconfitta.
Nel dopoguerra, la ripresa dell’attività sportiva avvenne sul Campo Militare di Via Roma e solo dopo alcuni anni il “Città di Cosenza” tornò alla sua originaria destinazione.
(Una foto della formazione del 46/47 all’E. Morrone)
Nel 1945-46, allenatore Renato Vignolini, presidente il compianto Mario Morelli, il Cosenza fu promosso in serie B. Giunse, così, a Cosenza Attilio Demaria, ex nazionale, che rinnovò i fasti di Otto Chrappan promuovendo un’intesa attività sui giovani. Nacquero i Bois Demaria, ammessi alle finali nazionali di categoria. La composizione troppo eterogena della formazione non giovò al buon andamento della compagine, che ebbe scarsa fortuna, e dopo due anni ripiombò in serie C. Tuttavia, un altro giovane, Alberto Delfrati, prelevato dai rincalzi del Legnano, fu avviato alla massima divisione.
Nel 1949-50, auspice Vittorio Mosele, il Cosenza ha la grande occasione per rientrare nel calcio che conta. In un’annata improvvisata, i “lupi” riuscirono sorprendentemente a finire in testa alla classifica, alla pari con il Messina. La squadra era così composta: Gisberti, Martini, Campana, Ferrara, Manfredini, Bacillieri; Begnini, Leonetti, Musci, Zaro, Pollak.
Nello spareggio disputato a Salerno, il risultato, pur dopo i tempi supplementari, fu di 1-1. Ma, nell’altro incontro, giocato a Como, i biancoscudati si affermarono per 6-1, guadagnando la cadetteria. Scoppiò la bomba del tentativo di corruzione, consumato sul campo, ai danni dell’onestissimo portiere rossoblù Gisberti. Vi fu la denunzia e la Lega Nazionale accolse il reclamo del Cosenza ufficializzando la promozione dei silani. Ma il Messina adì la CAF e, a pochi giorni dall’inizio del campionato, a calendario già pubblicato, i giudici riformarono la prima decisione ed assegnarono la serie B al Messina.
Cominciò, così, una lunga via crucis alla ricerca della cadetteria. La presidenza fu assunta da Biagio Lecce e, successivamente dal comm. Carlo Leonetti. L’ingaggio del centravanti alessandrino Carlo Stradella assicurò una messa di reti, ma il campionato non si vinse e l’anno successivo, per la riforma dei campionati, il Cosenza fu retrocesso in IVª Serie.
Seguirono anni bui durante i quali si avvicendarono molti allenatori: Piccaluga, Kutik, Lamberti, Andreis, Piacentini, ma i successi stentarono ad arrivare. Frattanto alla presidenza silana tornò alla ribalta il compianto Salvatore Perugini, già segretario del sodalizio rossoblù negli anni ’30. Il suo entusiasmo ed il suo attaccamento alla squadra compirono il miracolo.
Nel 1957-58 il Cosenza ottenne la vittoria del girone d’Eccellenza di IVª Serie e conquistò il titolo di Campione d’Italia, ex equo col Mantova e lo Spezia. Nella stagione successiva (1958-59) il Cosenza fu bruciato, sul filo di lana, dal Catanzaro terminando al secondo posto e stessa sorte fu riservata nel campionato 1959-60 quando dopo un lungo dominio in vetta alla classifica, i rossoblù si arresero nelle ultime partite al Foggia.
Dopo la tragica scomparsa del Presidente Perugini, ritroviamo il comm. Biagio Lecce al vertice della Società. La squadra, affidata alle cure di Julius Zsengeller, fu potenziata con alcuni giovanissimi, come il cosentino Francesco Rizzo e lo stabiese Giuseppe Gallo, che presto mobilitarano gli osservatori di tutta Italia (finendo, poi, entrambi al Milan per merito di Gipo Viani). Il campionato del Cosenza fu un’autentica cavalcata e solo il Trapani seppe tenere il passo dei lupi, cedendo in dirittura d’arrivo. Al termine della stagione 1960-61 il Cosenza è promosso in serie B.
La formazione artefice dello storico successo era la seguente: Sartori, Follador, Orlando (Trocini), Dalla Pietra (Lugli), Delfino, Federici; Gallo, Rizzo, Lenzi, Ardit, Costa (Joan).
La permanenza in cadetteria si rivelò subito difficile: un arbitraggio infelice determinò incidenti nella gara col Modena, con conseguente pesante squalifica del campo. A Zsengeller subentrò Todeschini e giunse una sofferta salvezza.
Nella stagione successiva, la squadra fu completata con l’ingaggio di Ravera, Baston, Fontana, Marmiroli e Thermes, ma riuscì ad evitare la retrocessione solo perchè il Novara venne penalizzato di 10 punti e retrocesso all’ultimo posto della classifica per illecito sportivo. La retrocessione della stagione 1963-64 segnò la fine di un ciclo e la squadra venne, quasi totalmente rifondata. Dal 1964-65 il Cosenza, che intanto è divenuto Associazione Sportiva Cosenza, gioca nel nuovo stadio “San Vito”, inaugurato il 4 ottobre 1964 in occasione di Cosenza-Pescara, terminata sul punteggio di 2-1con reti di Ciabattari e Campanini.
Fallito l’immediato ritorno in serie B nel 1965, ad opera di una Reggina corsara, che espugnò quell’anno Cosenza in una partita decisiva ed ancora nel 1966, beffata sul traguardo dalla Salernitana, la squadra rossoblù per alcuni decenni non riuscì più a riemergere.
Seguirono alcune stagioni “anonime” nelle quali il Cosenza stazionò nelle posizioni intermedie della graduatoria e nel campionato 1969-70 la delusione degli sportivi sfociò in un grave episodio di intollerenza che vide sfortunato protagonista il signor Calì di Roma, arbitro di Cosenza-Internapoli. Lo stadio “San Vito” venne squalificato e la squadra abbandonata al suo destino.
Il Cosenza riparte da Giusto Lodi, capitano di lungo corso, autentico pilastro della formazione rossoblù, mentre presidente è Mario Guido. La crisi societaria diventa sempre più grave, il fallimento è alle porte e l’amara retrocessione in serie D della stagione 1973-74 sembra segnare l’epilogo della gloriosa storia rossoblù.
Il campionato 1974-75 inizia nel caos più assoluto. La panchina di Emilio Zanotti è precaria e instabile, ma la grande passione di un manipolo di sostenitori sapranno trasformare quel campionato in una stagione trionfale. Con l’incredibile record di 17 successi interni su altrettanti incontri disputati, il Cosenza sbaraglia la concorrenza stravincendo il campionato con 7 punti di vantaggio sull’accoppiata composta da Vittoria e Nuova Igea.
Protagonisti di quel campionato sono: Evangelista, Sdrigotti, Bompani (Pavoni), Pasquino, Iazzolino, Codognato; Rigoni, Canetti, Villa (Losio), Pantani, Vivarelli (Lualdi).
Il ritorno in serie C non sarà fortunato. Gli umori della folla non sono più gli stessi e le continue disillusioni generano l’ennesimo episodio deprecabile. Il 27 marzo 1977 in occasione dell’incontro Cosenza-Paganese, il Signor Sancini di Bologna ed i suoi collaboratori sono letteralmente linciati ed i tifosi rossoblù saranno costretti a peregrinare lontani dal “San Vito” per un anno e mezzo.
Per la riforma dei campionati, la stagione 1978-79 vede il Cosenza in serie C2. La presidenza è assunta da Osvaldo Siciliano che ha propositi di rilancio, ma il campionato sarà vinto dai “cugini” del Rende, gettando altro fango sui tifosi silani.
Nel 1979-80 Nedo Sonetti riporta il Cosenza in serie C1 lanciando “motorino” Perrotta ed inventando l’impenetrabile coppia centrale Rocco-Reggiani. La formazione titolare era la seguente:
Lattuada, Capiluongo (Tortelli), D’Astoli, Ranieri, Rocco, Reggiani; Rappa (Berardi), Missiroli (Liguori), Perrotta, Tucci, De Chiara (Labellarte).
Seguono la balorda retrocessione targata Pietro Fontana e la successiva promozione firmata da Renzo Aldi. La formazione tipo della stagione 1981-82 era la seguente: Ciaramitaro, Bagnato, Della Volpe (Tosi), Aita, Rizzo A., D’Astoli; Rizzo R., Donetti, Crispino, Luperto, Renzetti (Palazzotto).
Il sodalizio rossoblù è al suo momento di svolta. Per iniziativa di Vincenzo Morelli e dell’assessore allo sport Mario Romano, il Cosenza viene organizzato in forma di Società per Azioni. Sulla panchina del Cosenza si susseguono i vari Mujesan, De Petrillo, Ghio e Montefusco. In questi anni si affaccia all’orizzonte Gigi Marulla, il più rappresentativo calciatore della storia del Cosenza, primatista di presenza e marcatore principe di tutti i tempi.
Vestono la maglia rossoblù calciatori dal passato glorioso e giovani promesse, ricordiamo: Silipo, Longobucco, Petrella, Morra, Tripepi, Truddaiu, Fucina, Lombardi, Frigerio, Marino e Nicolucci. L’esonero di Francesco Liguori, durante la stagione 1987-87, segna l’arrivo a Cosenza del “seminatore d’oro” Gianni Di Marzio, che legherà il suo nome in modo indelebile alla storia del Cosenza Calcio.
Dopo aver conseguito il piazzamento utile per la disputa della Coppa Italia Professionisti (1986-87), il vulcanico Gianni sarà il condottiero della straordinaria promozione in serie B, attesa per ben 24 anni. Le indimenticabili trasferte di Fancavilla e di Monopoli sono nel cuore di ogni tifoso rossoblù. Cosenza è letteralmente impazzita: un fiume di colori rossoblù scaccia un incubo durato un quarto di secolo. “Mai più prigionieri di un sogno”: è questo il più significativo slogan di una città intera.
La squadra protagonista della splendida cavalcata era la seguente: Simoni, Marino, Giansanti (Lombardo), Castagnini, Schio, Giovanelli, Galeazzi, Bergamini (Maniero), Lucchetti, Urban (De Rosa), Padovano. La presidenza dell’avvocato Carratelli lascia posto a quella di Antonio Serra e, successivamente, a Bonaventura Lamacchia.
Donato Bergamini
Le ultime stagioni di serie B appartengono alla storia più recente. Il Cosenza disputa con onore e dignità ben nove campionati consecutivi di cadetteria. Le tragedie delle morti di Donato Bergamini e Massimiliano Catena scandiscono i tempi di un decennio ricco di contraddizioni. La brillante stagione di Bruno Giorgi (1988-89) s’intreccia con il drammatico spareggio salvezza di Pescara, caratterizzato dal volo di Gigi Marulla a gonfiare la rete della Salernitana.
La cavalcata di Edy Reja (1991-92) e dell’accoppiata spettacolo Biagioni-Compagno si confonde con i due campionati firmati Fausto Silipo, che hanno visto protagonisti i vari Balleri, Bia, Monza, Statuto, Coppola, Catanese e Maiellaro. E poi la penalizzazione di nove punti, superata di slancio dal Cosenza del grande Alberto Zaccheroni (1994-95), con Zunico e De Paola ad orchestrare la difesa ed il silenzioso bomber Marco Negri, puntuale ad infilare il portiere avversario.
Ed ancora la serie B di Bortolo Mutti (1995-96) e di Lucarelli e Gioacchini. Da alcuni anni il Cosenza è guidato dal passionale Paolo Fabiano Pagliuso. La sfortunata retrocessione della stagione 1996-97 è stata prontamente riscattata dall’immediata promozione nella stagione successiva 1997/98 con una lunga cavalcata che ha visto il Cosenza sempre in testa al campionato. Ai vari Alessio, Miceli, Ziliani e Napolitano hanno fatto seguito i Margiotta, Soviero, Moscardi, Riccio e Tatti.
Una salvezza stentata nella stagine 1998/99 pervenuta nell’ultima giornata. Eppure l’inizio di campionato, guidato sempre da Sonzogni che l’anno prima aveva stravinto il campionato di C1, aveva fatto sperare in qualcosa di grande. Poi durante il campionato esonero dello stesso Sonzogni per uno statico De Vecchi. Colpo di coda nel finale con il ritorno di Sonzogni a salvare la squadra rossoblu’.
Il Cosenza disputò poi altri quattro campionati di Serie B, occupando il primo posto per nove settimane e mezzo nel 2000-2001, per poi vedere sfumare la promozione nella parte conclusiva del girone di ritorno, a vantaggio del Chievo di Delneri, con i lupi che a 12 minuti dal termine vincevano 1-0 (gol di Adriano Fiore), ma poi subirono la rimonta e il sorpasso dei veneti che conquistarono la Serie A. In questi anni vestirono la maglia del Cosenza calciatori quali Lentini, Strada, Zampagna, Altomare, Giandebiaggi, Savoldi, Silvestri, Maldonado. Nel 2002-2003 il calcio cosentino visse una annus horribilis, con la cancellazione del club, alla fine della stagione, da tutti i campionati professionistici dopo quasi novant’anni di storia.
A seguito della radiazione del club dal panorama calcistico italiano, l’allora sindaco di Cosenza Eva Catizone diede vita a un progetto di rinascita del calcio rossoblù, assieme all’assessore allo sport Vincenzo Gallo. Tutta la città si strinse attorno all’iniziativa e così il 5 agosto 2003 venne fondato il Cosenza Football Club S.r.l., successivamente ammesso in Serie D a seguito dell’acquisizione del titolo del Castrovillari. Presieduta dallo stesso sindaco, la squadra, guidata in campo da Gigi Lentini, dopo tre cambi di allenatore ottenne la settima piazza sotto la guida tecnica di Luigi Marulla. Intanto, nell’estate del 2004, il Cosenza Calcio 1914 S.p.A. fu riammesso in Serie D dopo una sequela di ricorsi alla giustizia ordinaria. Per la prima volta, quindi, la città di Cosenza avrebbe avuto due squadre cittadine nello stesso campionato, situazione che divise la tifoseria creando malumori e dissidi tra le due società. Inoltre il Cosenza F.C. e il Cosenza Calcio 1914 disputarono entrambe un campionato anonimo, chiudendo rispettivamente in ottava e nona posizione. Passarono per il San Vito numerosi giocatori e molti allenatori, Giuseppe Sannino, Giacomo Modica e infine Antonio Aloi per il Cosenza F.C. e le bandiere Luigi De Rosa e Marulla per il Cosenza Calcio 1914. Il punto più basso della storia del calcio cosentino si ebbe durante l’inedito derby, in cui la tifoseria tornò compatta allo Stadio per contestare lo svolgimento di un’umiliante stracittadina, interrompendo la partita con un’invasione. Tuttavia, tale imbarazzante situazione di “convivenza” durò appena un anno.
Il Cosenza Calcio 1914, infatti, fallì definitivamente nel 2005 e il Cosenza F.C., assurto al ruolo di prima e unica squadra cittadina, cambiò denominazione in Associazione Sportiva Cosenza Calcio. Mancata la promozione ai play-off nel 2005-2006 e nel 2006-2007, al culmine di una crisi finanziaria molto profonda, nel luglio 2007 il club annunciò di rinunciare all’iscrizione. Pertanto anche l’A.S. Cosenza Calcio si avviò al fallimento e sparì dal panorama calcistico nazionale.

Nella stagione 2007-2008 la società Rende F.C. cambiò la propria denominazione sociale in Fortitudo Cosenza s.r.l. e si iscrisse al campionato di Serie D.
Con un organico composto da alcune vecchie glorie del Cosenza Calcio 1914 e da un gruppo di cosiddetti “under”, nel 2007-2008 la Fortitudo Cosenza, allenata da Domenico Toscano, disputò un’ottima annata e ottenne la promozione alla penultima giornata nello scontro diretto contro il Bacoli Sibilla, di fronte a 18 000 spettatori. Il 30 maggio 2008 la Fortitudo Cosenza acquistò il marchio del vecchio Cosenza Calcio 1914[senza fonte] e assunse, conseguentemente, la medesima denominazione. Il Cosenza Calcio 1914 vinse poi il girone C del campionato di Lega Pro Seconda Divisione 2008-2009, conseguendo la seconda promozione consecutiva.
Rinforzata dagli innesti di Stefano Fiore e dell’esperto attaccante Raffaele Biancolino, nel 2009-2010 la squadra deluse le attese. L’anno dopo, a seguito di quattro cambi tecnici e una stagione segnata da una penalizzazione di 6 punti per inadempienze economiche, retrocesse in Lega Pro Seconda Divisione. La società, a causa dei gravi problemi economici, non venne iscritta al campionato di Lega Pro Seconda Divisione e si avviò verso il fallimento, dichiarato il 11 settembre 2013 con la radiazione dalla FIGC per fallimento[9].

Nell’estate del 2011 fu costituita una nuova società, la Nuova Cosenza Calcio S.r.l., presieduta da Eugenio Guarascio. La società si presentò al pubblico con un nuovo logo, un autentico segno di rottura rispetto alla travagliata storia recente del Cosenza Calcio[10].
Iscritta al campionato di Serie D per la stagione 2011-2012, la Nuova Cosenza Calcio si piazzò seconda nel girone I, qualificandosi per la fase play-off, che vinse, ma il successo non valse il ripescaggio in Lega Pro Seconda Divisione a causa del blocco dei ripescaggi. Nel 2012-2013 la squadra ottenne nuovamente il secondo posto nel girone I della Serie D, qualificandosi per la fase play-off, dove si arrese agli ottavi di finale.
Il 5 agosto 2013, grazie al buon piazzamento nella graduatoria dei ripescaggi in quanto vincitrice dei play-off del girone I, il Cosenza ritornò nel campionato professionistico di Lega Pro, dopo due stagioni.
La stagione 2013-2014 iniziò con la presentazione del nuovo logo societario per festeggiare l’anno del centenario nel girone B della Lega Pro Seconda Divisione. Nonostante un calo nelle ultime quattro giornate del campionato 2013-2014, il Cosenza ebbe accesso alla Lega Pro Unica; nel 2014-2015 il Cosenza di Giorgio Roselli ottenne la salvezza e si aggiudicò per la prima volta Coppa Italia Lega Pro, superando il Como sia nella finale di andata (1-4) sia in quella di ritorno (1-0) al San Vito, davanti a circa 10 000 spettatori in festa. La vittoria rappresenta un primato sia per il club sia in ambito regionale, in quanto è il primo trofeo nazionale a comparire nella bacheca di un club calabrese.
Dopo aver disputato un ottimo campionato e aver visto svanire l’ingresso nei play-off nella stagione 2015-2016 a causa di una flessione nel finale di campionato, nella stagione 2016-2017 il Cosenza ebbe accesso ai play-off, dove uscì ai quarti di finale. Nel 2017-2018, sotto la guida del subentrato Piero Braglia, il club cosentino, per altro spintosi sino alle semifinali della Coppa Italia Serie C, ottenne la quinta piazza in campionato, poi eliminò tutte le avversarie nei play-off fino a giungere a disputare la finale per la promozione in Serie B. Contro il Siena, allo stadio Adriatico di Pescara, spinto da 11 000 tifosi cosentini, il club rossoblù prevalse con il risultato di 3-1, ritornando così nella serie cadetta dopo quindici anni.[11]
Nella stagione 2018-2019, malgrado un inizio complicato, il sodalizio cosentino conseguì la salvezza con il decimo posto, arrivando a sfiorare persino l’ingresso nei play-off per la promozione in Serie A, che alla fine del campionato distarono appena quattro punti. Rivoluzionata pesantemente nella stagione seguente, la squadra faticò nella successiva annata di serie cadetta, ma riuscì a conservare la categoria con ben cinque vittorie nelle ultime cinque partite del campionato, sotto la guida del cosentino Roberto Occhiuzzi. Secondo uno studio della BBC, il Cosenza di Occhiuzzi risultò la migliore squadra d’Europa per media punti (2,2 a partita) nel post lockdown.[12]
La tribolata stagione 2020-2021, ancora a porte chiuse per la pandemia di COVID-19, si chiuse con la retrocessione sul campo all’ultima giornata, dopo la sconfitta in casa del Pordenone, ma il club venne riammesso in Serie B dalla FIGC in seguito all’esclusione dalla serie cadetta del Chievo. Nel 2021-2022 la sofferta salvezza venne ottenuta ai play-out a spese del L.R. Vicenza e l’anno dopo, nella stagione 2022-2023, ai play-out a spese del Brescia.
(Dal 1998 al 2023 a cura di Wikipedia)
ALBO STORICO | |||||
Stagione | Serie | Gir. | Posiz. | Presidente | Allenatore |
1929-30 | IIª div. | E | 7° | Icilio Bolletti | Luigi Cava |
1930-31 | IIª div. | E | 10° | Icilio Bolletti | Ratti, Angelo Benincasa |
1931-32 | Iª div. | E | 8° | Tomaso Corigliano | Angelo Benincasa, Biagio Zoccola |
1932-33 | Iª div. | I | 3° | Tommaso Corigliano,Carlo Campagna | Balacics, Roberto Fagiani |
1933-34 | Iª div. | H | 5° | Carlo Campagna | Afro De Petri |
1934-35 | Iª div. | H | 8° | Carlo Campagna | Afro De Petri |
1935-36 | C | D | 10° | Battista Santoro | Afro De Petri, Peics |
1936-37 | C | D | 5° | Battista Santoro | Cassanelli |
1937-38 | C | E | 12° | Carlo Campagna | Otto Chrappan, |
1938-39 | C | H | 9° | Carlo Campagna | Otto Chrappan, Giovanni Vanicksek |
1939-40 | C | H | 12° | Carlo Campagna | Francesco Hansel |
1940-41 | C | H | 7° | Carlo Campagna | Francesco Hansel |
1941-42 | C | H | 7° | Carlo Campagna | Renato Vignolini |
1942-43 | C | M | Carlo Campagna | Renato Vignolini | |
1943-44 | NON DISPUTATO | ||||
1944-45 | NON DISPUTATO | ||||
1945-46 | C | F | 2° | Mario Morelli | Renato Vignolini |
1946-47 | B | C | 12° | Mario Morelli | Attilio Demaria |
![]() Nella foto una delle prime formazioni del Cosenza in serie B | |||||
1947-48 | B | C | 10° | Ferdinando Ugenti | Attilio Demaria |
1948-49 | C | D | 5° | Mario Morelli | Guido CorbelliAndrea Kutik |
1949-50 | C | D | 2° | Mario MorelliGiuseppe Carci | Vittorio Mosele |
1950-51 | C | D | 6° | Ferdinando UgentiGiuseppe Carci | Vittorio Mosele |
1951-52 | C | D | 5° | Biagio Lecce | Angelo PittalugaAndrea Kutik |
1952-53 | IVª | H | 13° | Biagio Lecce | Andrea Kutik |
1953-54 | IVª | H | 9° | Arnaldo Clausi Schettini | Mario Andreis |
1954-55 | IVª | H | 2° | Arnaldo Clausi Schettini | Francesco Del MorgineJulius Zsengeller |
1955-56 | IVª | H | 3° | Salvatore Perugini | Francesco LambertiPiccinini |
1956-57 | IVª | H | 3° | Salvatore Perugini | Renato Piacentini |
1957-58 | IVª | C | 1° Prom. | Salvatore Perugini | Enzo Bellini |
Sotto la sapiente guida tecnica di Enzo Bellini, il Cosenza sbaraglia la concorrenza e conquista il primo posto del girone della IV serie d’Eccellenza ed accede, senza la coda delle finali interregionali, alla serie C.![]() Nella foto la formazione vittoriosa sul Monteponi (4- 2) il 18 maggio 1958.In piedi: All. Bellini, Cuoghi, Delfino, Villa, Regalino, Bordignon, Pres. Perugini, Uxa, Del Morgine;Accosciati: Colosio, Bedetti, Paolillo, Coaro, Palpacelli. | |||||
1958-59 | C | B | 2° | Salvatore Perugini | Gastone Prendato |
1959-60 | C | C | 3° | Salvatore Perugini | Gastone PrendatoMario Andreis |
1960-61 | C | C | 1° Prom. | Biagio Lecce | Julius ZsengellerFrancesco Del Morgine |
Dopo un lungo inseguimento, il Cosenza riconquista la serie B. Nella memoria degli sportivi l’undici guidato da Zsengeller occupa un posto di assoluto rilievo nella storia rossoblù.![]() Nella foto la formazione vittoriosa sul Lecce (2- 1) il 9 ottobre 1960.In piedi: Napoli, Follador, Federici, Lenzi, Delfino, Sartori;Accosciati: Trocini, Rizzo, Gallo, Ardit, Lugli. | |||||
1961-62 | B | 17° | Biagio Lecce | Julius Zsengeller Francesco Del Morgine Paolo Todeschini | |
1962-63 | B | 15° | Biagio Lecce | Paolo Todeschini | |
1963-64 | B | 20° Retr. | Biagio Lecce | Paolo Todeschini Francesco Del Morgine Gianmarco Mezzadri | |
1964-65 | C | C | 4° | Francesco Guido | Tom Rosati |
1965-66 | C | C | 2° | Francesco Guido | Francesco Del Morgine Oscar Montez |
1966-67 | C | C | 6° | Francesco Guido | Oscar Montez Giancarlo Vitali Egizio Rubino |
1967-68 | C | C | 8° | Francesco Guido | Egizio RubinoFrancesco Del Morgine |
1968-69 | C | C | 10° | Francesco GuidoFrancesco CoscarellaGiuseppe Carci | Oscar MontezFrancesco Del Morgine |
1969-70 | C | C | 15° | Giuseppe Carci | Pietro Castignani |
1970-71 | C | C | 9° | Giuseppe Carci | Tito Corsi Francesco Del Morgine Giusto Lodi |
1971-72 | C | C | 14° | Mario Guido | Giusto LodiFrancesco Del Morgine |
1972-73 | C | C | 14° | Mario Guido | Giusto Lodi |
1973-74 | C | C | 18° Retr. | Alberto TrottaFrancesco Vetere | Enzo BenedettiOscar Montez |
1974-75 | D | I | 1° Prom. | Alberto Trotta | Emilio Zanotti |
Con il ruolino interno immacolato, 17 vittorie casalinghe su altrettanti incontri, il Cosenza capitanato da Emilio Zanotti, domina il girone I del campionato di serie D e fa ritorno, dopo un anno di purgatorio, in Serie C. Il pubblico, sebbene mortificato dal declassamento subito nella stagione precedente, non fa mai mancare il suo caloroso incitamento affollando le scalee del San Vito. ![]() Nella foto la formazione vittoriosa sul Modica (1 – 0), il 17 novembre 1974.In piedi: Vivarelli, Pantani, Sdrigotti, Evangelista, Iazzolino, Rigoni;Accosciati: Codognato, Canetti, Pasquino, Bompani, Villa. | |||||
1975-76 | C | C | 17° | Mario GuidoCarmine Lepore | Washington Cacciavillani Franco Pavoni Sergio Codognato |
1976-77 | C | C | 20° Retr. | Mario GuidoOsvaldo Siciliano | Umberto MannocciFranco Pavoni |
1977-78 | D | I | 5° | Osvaldo Siciliano | Giorgio Bozzato |
1978-79 | C2 | D | 11° | Osvaldo Siciliano | Antonio SonciniRolando Gramoglia |
1979-80 | C2 | D | 1° Prom. | Elio Spadafora | Nedo Sonetti |
Il giovane tecnico Nedo Sonetti, fra lo scetticismo generale, riesce nell’impresa di riportare il Cosenza in Serie C1. Con l’utilizzo dell’inedita coppia Rocco – Reggiani nelle retrovie, la sapienza tattica di capitan Ranieri ed i guizzi di “motorino” Perrotta e “Jimmy” De Chiara, i lupi concludono in crescendo e conquistano il primo posto della graduatoria. ![]() Nella foto la formazione scesa in campo contro la Paganese (0- 0) il 25.11.1979.In piedi: Lattuada, Tortelli, Labellarte, Rocco, Reggiani;Accosciati: Berardi, Ranieri, D’Astoli, Liguori, Capiluongo, Rappa. | |||||
1980-81 | C1 | B | 15° | Elio Spadafora | Pietro Fontana |
1981-82 | C2 | D | 2° Prom. | Attilio SpadaforaBiagio Aragona | Renzo Aldi |
Con un colpo di coda, il Cosenza beffa sul traguardo di una sola lunghezza Turris e Potenza e conquista la seconda piazza in classifica alle spalle del Barletta, dominatore assoluto del campionato. Sulla panchina, in una stagione contrassegnata da alti e bassi, siede Renzo Aldi. ![]() Nella foto la formazione vittoriosa sul Potenza (1- 0) il 6 dicembre 1981.In piedi: Rizzo A., Bagnato, Cocci, Rizzo R., Ciaramitaro;Accosciati: D’Astoli, Donetti, Luperto, Della Volpe, Palazzotto, Aita. | |||||
1982-83 | C1 | B | 6° | Vincenzo Morelli | Lucio MujesanLino De Petrillo |
L’avvento del Presidente Morelli consegna al Cosenza una società nuova ed il primo trofeo internazionale: il Torneo Interleghe Anglo-Italiano riservato di Serie C.![]() Nella foto la formazione che nella finale del 25 aprile 1983 supera il Padova per 2-0In piedi: Orlando, Oddi, Rizzo A., Truddaiu, Conte, Longobucco;Accosciati: Tripepi, Fucina, Aita, Magni, Petrella. | |||||
1983-84 | C1 | B | 7° | Vincenzo Morelli | Lino De PetrilloGiampiero Ghio |
1984-85 | C1 | B | 7° | Vincenzo Morelli | Vincenzo Montefusco |
1985-86 | C1 | B | 13° | Antonio Parise | Vincenzo MontefuscoOscar Montez |
1986-87 | C1 | B | 4° | Antonio Parise | Francesco LiguoriGianni Di Marzio |
1987-88 | C1 | B | 2° Prom. | Giuseppe Carratelli | Gianni Di Marzio |
Dopo il crescendo registrato nel finale del campionato 1986-87 con la conquista del 4° posto assoluto ed il diritto a disputare la Coppa Italia Professionisti, il “Seminatore d’oro” Gianni Di Marzio riesce nell’impresa di riportare il Cosenza in serie B dopo ben 24 anni. Lo storico successo al “Vestuti” di Salerno e le indimenticabili trasferte di Francavilla e Monopoli sono nel cuore di tutti i tifosi rossoblù.![]() Nella foto la formazione vittoriosa sul Campania Puteolana (2- 1) il 18 ottbre 1987.In piedi: Simoni, Castagnini, Marino, Schio, Giovanelli, Giansanti;Accosciati: Lucchetti, Galeazzi, Urban, Bergamini, De Rosa. | |||||
1988-89 | B | 6° | Giuseppe CarratelliAntonio Serra | Bruno Giorgi | |
1989-90 | B | 14° | Antonio Serra | Luigi SimoniGianni Di Marzio | |
1990-91 | B | 16° | Antonio Serra | Gianni Di MarzioEdoardo Reja | |
1991-92 | B | 5° | Antonio Serra | Edoardo Reja | |
1992-93 | B | 7° | Antonio Serra | Fausto Silipo | |
1993-94 | B | 13° | Antonio SerraBonaventura Lamacchia | Fausto Silipo | |
1994-95 | B | 15° | Bonaventura LamacchiaPaolo Fabiano Pagliuso | Alberto Zaccheroni | |
1995-96 | B | 11° | Paolo Fabiano Pagliuso | Fausto SilipoBortolo Mutti | |
1996-97 | B | 17°Retr. | Paolo Fabiano Pagliuso | Gianni De Biasi Franco Scoglio Gianni De Biasi | |
1997-98 | C1 | B | 1°Prom. | Paolo Fabiano Pagliuso | Giuliano Sonzogni |
Il Presidente Pagliuso tiene fede alla promessa e dopo un solo anno di purgatorio riconsegna alla città la serie B perduta. Il tecnico Sonzogni capitalizza l’esplosione di Margiotta, capocannoniere con 19 reti, e grazie agli innesti di Soviero, Moscardi, Montalbano, Parisi e Toscano concretizza le attese della tifoseria.![]() Nella foto la formazione vittoriosa sull’Avellino (3- 1) il 14 dicembre 1997.In piedi: Riccio, Montalbano, Soviero, Parisi, Margiotta;Accosciati: Morrone, Tatti, Toscano, Moscardi, Mazzoli, Paschetta. | |||||
1998-99 | B | 16° | Paolo Fabiano Pagliuso | Giuliano Sonzogni Walter De Vecchi | |
1999-2000 | B | 11° | Paolo Fabiano Pagliuso | Bortolo Mutti | |
2000-2001 | B | 8° | Paolo Fabiano Pagliuso | Bortolo Mutti | |
2001-2002 | B | 16° | Paolo Fabiano Pagliuso | Gigi De Rosa Emiliano Mondonico | |
2002-2003 | B | 19°Retr. | Paolo Fabiano Pagliuso | Sala Salvioni Mondonico Sala | |
2003-2004 | C1 | Non disputato | Giuseppe Mazzotta | Campionato non disputato | |
2004-2005 | D | 9 | Cosenza Calcio 1914 P. Fedeele Bisceglia | De Rosa |
2004-2005 | D | 8 | Cosenza Football Club | ||
2005-2006 | D | 3 | Fallisce il Cosenza Calcio 1914 e rimane una sola società la Associazione Sportiva Cosenza Calcio S.p.A che prima si chiamava Cosenza FC | ||
2006-2007 | D | 4 | A fine stagione fallisce anche l’Associazione Sportiva Cosenza Calcio S.pA e nasce la Fortitudo Cosenza che acquista il titolo sportivo del Rende | ||
2007/2008 | D | C2 | 1 Promosso in Lega Pro Seconda Divisione | Il Cosenza vice il Campionato e cambia la denominazione in Cosenza Calcio 1914 s.r.l. | |
2008/2009 | C2 | C1 | 1 Promosso in Lega Pro prima divisione | Damiano Paletta Cosenza Calcio 1914 s.r.l. | Toscano |
2009/2010 | C1 | 11 | Giuseppe Carnevale Cosenza Calcio 1914 s.r.l. | Toscano-Glerean | |
2010/2011 | C1 | C2 | 14 | Citrigno-Pagliuso-Funari Retrocesso in C2 dopo aver perso i play out. A fine stagione viene escluso dai campionatio e nasce la Nuova Cosenza Calcio s.r.l. con Guarascio tra i soci fondatori. Soci che usciranno e lasceranno a Guarascio la società che viene iscritta in serie D | Toscano-Stringara- Somma- Toscano- De Rosa |
2011/2012 | D | 2 | Eugenio Guarascio La squadra vince i play off nazionali ad Arezzo ma non viene ripescata per il blocco dei ripescaggi. | ||
2012/2013 | D | 2 | Eugenio Guarascio Perde la terza fase dei play-off, ma viene ripescato in Lega Pro Seconda Divisione a completamento organici | ||
2013/2014 | Lega Pro Seconda Divisione | 4 | Eugenio Guarascio A fine stagione cambio di denominazione in Cosenza Calcio s.r.l. riprendendo il logo storico | Cappellacci | |
2014/2015 | Lega Pro | 10 | Eugenio Guarascio Lega Pro unica. Il Cosenza vince la Coppa Italia di Lega Pro | Cappellacci-Roselli | |
2015/2016 | Lega Pro | 5 | Eugenio Guarascio | Roselli | |
2016/2017 | Lega Pro | 7 | Eugenio Guarascio Nel girone C Perde i quarti di finale dei play-off. Ammesso nella nuova Serie C. | Roselli-De Angelis | |
2017/2018 | C | B | 5 Promosso in B | Eugenio Guarascio Il Cosenza arriva quinto e vince i play off approdando in Serie B | Fontana-Braglia |
2018/2019 | B | 10 | Eugenio Guarascio Con Braglia al time il Cosenza si salva con 4 giornate d’anticipo | Braglia | |
2019/2020 | B | 15 | Eugenio Guarascio L’anno della pandemia il Cosenz d’ultimo con Braglia viene affidato a Occhiuzzi che compie il miracolo e salva la squadra all’ultima giornata con una rimonta incredibile | Braglia-Pillon-Occhiuzzi | |
2020/2021 | B | 17 retrocesso | Eugenio Guarascio Il Cosenza viene retrocesso in Serie C ma poi viene riammesso in serie B per l’esclusione del Chievo | Occhiuzzi | |
2021/2022 | B | 16 | Eugenio Guarascio Il Cosenza si salva dopo aver vinto i play out al culmine di una travagliata stagione con il cambio di ben tre allenatori | Zaffaroni-occhiuzzi-Bisoli | |
2022/2023 | B | 17 | Eugenio Guarascio Il Cosenza si salva dopo aver vinto i play out | Dionigi-Viali |